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CORNAVIRUS: ABBIAMO IL FARMACO MA NON LO USIAMO.


Nell'arco di tre giorni tre membri del personale sanitario del Fairbank Memorial Hospital hanno manifestato pericolose reazioni allergiche 10 minuti dopo l'inoculazione del vaccino.

Episodi che nei casi più gravi hanno causato ingrossamento della lingua, reazioni cutanee, tachicardia e mancanza di respiro. Sintomi talemente gravi che hanno richiesto l'uso di ADRENALINA. Insomma, hanno rischiato di morire. E meno male che c'era il personale sanitario!

Un infermiera è dovuta rimanere sotto osservazione per ore visto che, cessato l'effetto dell'adrenalina, i sintomi si ripresesntavano.

Ma la cosa che fa indignare è che contemporaneamente hanno pubblicato la notizia che un azienda di Latina produce un anticorpo monoclonale ( per conto della multinazionale americana Eli Lilly ) che si è dimostrato capace di ridurre carica virale, sintomi e rischio di ricovero. Il Bamlanivimab o cov555, usato con successo anche per guarire il presidente americano Donald Trump.

Capace di guarire in 3-4 giorni senza effetti collaterali apparenti, era stato offerto gratuitamente all'Italia per testarlo nei cosidetti trial clinici. Si stima che avrebbero potuto salvare la vita a oltre 10 mila persone. E noi che abbiamo fatto? Abbiamo rifiutato l'offerta!

Gli Stati Uniti da soli ne hanno acquistato 950 milioni di dosi seguiti da Canada e , manco a farlo apposta , dalla Germania.

Dando uno sguardo al bugiardino del vaccino Pfizer pubblicato dal governo britannico possiamo notare che non è stato assolutamente testato in particolari condizioni. Cosa provoca durante l'allattamento? Causa reazioni avverse se preso con altri farmaci? E in gravidanza? Questo non ci è dato sapere. Infatti le notizie sulla sperimentazione in queste circostanze sono praticamente inesistenti.

Si preferisce utilizzare la popolazione come cavie sperimentando su larga scala un vaccino, primo nel suo genere, capace di alterare le nostre cellule e farle diventare letteralemente fabbriche di proteine virali,con tutti i rischi che comporta, piuttosto che utilizzare farmaci di indubbia efficacia.

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