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Il Coronavirus è nato in un laboratorio cinese.

La voce circolava già dalla prima ondata e coloro che dubitavano dell'origine naturale del coronavirus venivano, come al solito, accusati di diffondere teorie del complotto senza nessun fondamento. Si sono così moltiplicate le pubblicazioni “scientifiche” per fare chiarezza, ma un'intervista sul Wall Street Journal fa crollare questa narrazione. Andiamo per ordine. Per mettere a tacere le voci insistenti sull'origine artificiale del coronavirus, nel febbraio 2020 il dott. Peter Daszak scrisse un duro articolo sulla rivista The Lancet nel quale condannava fortemente quella che era (secondo lui) a tutti gli effetti una teoria del complotto. Qualche settimana fa però, il suo portavoce, intervistato dal WSJ fece una rivelazione clamorosa. Daszak avrebbe coperto l'origine artificiale del virus scrivendo quell'articolo per evitare che una sua collega potesse avere ritorsioni da parte del Partito Comunista Cinese! Il dott. Daszak, infatti, è stato collaboratore per anni della dott.ssa Shi Zhengli con la quale ha lavorato durante l'epidemia di SARS del 2003. Ed è proprio per tutelarla dalle minacce di morte da parte del regime che avrebbe insabbiato tutto. La dott.ssa Shi Zhengli lavora a Wuhan proprio nel laboratorio di virolgia che studia i virus dei pipistrelli. Il governo americano, pare abbia scoperto che molti ricercatori si sono ammalati nell'autunno del 2019 di una malattia che presentava sintomi uguali a quelli del covid 19. Ma non finisce qui. Daszak farà parte del team di scienziati incaricato di studiare l'origine del virus. Siamo sicuri che la sua presenza non rappresenti un conflitto di interessi?

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