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Immagine del redattoreGiuseppe Ferrara

Il Fascismo che si tinge di rosso


Negli ultimi tempi non si fa altro che parlare del pericolo di un ritorno del fascismo. La crisi innescata da Salvini, forte del cosenso che gli attribuivano i sondaggi, ha allarmato i media che si sono scagliati contro di lui con una violenza senza precedenti.


Proprio per scongiurare il percicolo dell' "ondata nera" si è reso necessario il matrimonio più improbabile della storia, quello tra il Movimento 5 Stelle e il suo antagonista storico, il PD. Matrimonio culminato con la nascita del cosidetto "governo giallorosso". Ma esiste davvero il pericolo di un ritorno al fascismo?


Con il termine "FASCISMO" si indica il periodo storico tra il 1922 e il 1943. Un regime autoritario e nazionalista fortemente ispirato dalla sinistra non Marxista e dalle idee del francese Geroges Sorel. Un ventennio buio durante il quale la libertà di espressione era ostacolata e soffocata e gli avversari politici erano minacciati, perseguitati e imprigionati.

Stiamo davvero vivendo tutto questo ai giorni nostri? Cerchiamone le tracce.



L'abolizone del suffragio universale, verso il voto "consapevole".


Il diritto al voto è stato una conquista importantissima per la nostra società, ma da qualche tempo esiste una corrente che vuole limitare questo diritto esclusivamente a una fascia di cittadinanza "consapevole" , in linea con il pensiero unico.

Se da un lato si pone davvero il problema della necessità di informare, per dare gli strumenti affinchè si possa esprimere la propria preferenza con più elementi possibili, dall'altro non possiamo fare a meno di notare che questo creerebbe una società di schiavi nelle mani di un èlite di "dotti" che imporrebbe la propria visione al resto della popolazione.


"Tu sei troppo stupido, quindi è meglio che io decida per te", questo sembra essere il mantra dei sostenitori di questa tesi. Possiamo leggere un esempio di questo pensiero in questo articolo.




Imporre governi senza consenso popolare.


Come ho scritto sopra, dopo il tentativo di Salvini di passare all'incasso facendo saltare il governo, i partiti "responsabili" hanno sentito la necessità di allearsi per un bene supremo e contrastare l'ascesa di Salvini.

E' giusto che due forze di governo, opposte e nemiche fino a quel momento, decidano di allerarsi, tradendo il patto con i rispettivi elettori, con lo scopo esplicito di impedire che alle elezioni possa vincere il partito con più consenso?


Come ci ricorda il costituzionalista Costantino Mortati, "compito del presidente della repubblica è quello di accertare la concordanza tra corpo elettorale e parlamentare. Assolve a tale ruolo l'impiego dell'istituto dello scioglimento anticipato, quando vi siano elementi tali da renderlo necessarioo anche solo opportuno in termini di gravi disarmonie fra attività degli eletti e sentimento del popolo". Esistevano le premesse per la nascita dell'asse pd 5 stelle? Ovviamente no.


Alle ultime elezioni del 4 Marzo la coalizione vincente risultò essere quella del centro destra, con oltre il 37% dei voti, a seguire il Movimento 5 Stelle che da solo raggiunse il 33%.

Perdente il PD e la sua coalizione.


L'elettorato del centro destra unito non voleva un governo Pd, cosi come quello grillino. Insomma, avevamo un ampia maggioranza di popolazione che ha espresso la propria contrarietà a un governo guidato dalla sinistra.


Questa alleanza li ha imposti al governo! La trattativa tra Di Maio e Zangaretti è stata palesemente in perdita per i pentastellati, che hanno perso non solo i ministeri chiave ma si sono ritrovati con il loro leader "esiliato" al ministero degli esteri. Il PD, dopo la fiducia, ha dettato legge imponendo la propria linea dall'alto, si fa per dire, del suo misero 18%. Se non è un colpo di stato legalmente, lo è nei fatti. Il voto era quindi l'unica soluzione.





Soffocare la libertà di espressione. Il Bavaglio social durante la formazione del nuovo governo.


Il 9 Settembre si è tenuta, a Roma, la manifestazione contro il nascente governo Giallorosso. Nello stesso momento, in parlamento, veniva votata la fiducia. Misteriosamente Facebook ha chiuso o bloccato tutti gli account e le pagine che palesavano una posizione contraria alla formazione di questo governo. Tra le quali anche la mia.


Inutile dire che dopo vari tentativi di ricorso, non mi è stata comunicata la motivazione e le violazioni che avrei commesso. L'ultimo post pubblicato era un frammento dell'intervista a "Cartabianca" nella quale il deputato del M5S Manlio di Stefano, minimizza la vicenda di Bibbiano.




Alla luce di queste riflessioni, posso tranquillamente affermare che hanno ragione loro. Se il Fascismo è il disprezzo per la volontà popolare, per la libertà di parola e fare in modo che venga imposta la linea di una minoranza, allora si. Abbiamo un grave problema. il Fascismo è tornato, ma stavolta ha il vestito rosso, anzi GIALLOROSSO.

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