Da qualche settimana le Iene stanno documentando l'adozione di plasma iperimmune negli ospedali veneti con dei servizi che ribadiscono la validità di tale approccio terapeutico per la cura del Covid-19.
La plasmaferesi terapeutica è una tecnica validata dalla comunità scientifica utilizzata da decenni e consiste nella donazione della parte liquida del sangue privata delle cellule.
Il sangue raccolto viene filtrato attraverso una macchina che lo priva di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Le cellule vengono restituite al donatore mentre la parte liquida viene ulteriromente ripulita e utilizzata per terapie trasfusionali. Il primo a utilizzare la plasmaferesi per trattare il covid fu il dott. Giuseppe De Donno, pneumologo all'Ospedale Carlo Poma di Mantova.
Il dott. De Donno, inaspettatamente, ricevette un assalto mediaco senza precedenti sia da colleghi che dalla stampa che lo espose a un vergognoso linciaggio.Trattato come un eretico, decise di sparire dai social e dal dibattito mediatico, ma la sua intuizione continua a fare scuola negli ospedali di tutta Italia.
C'è però qualcosa che non torna. Periodicamente l'Istituto Superiore di Sanità pubblica dei report dettagliati sull'andamento dei contagi, dei decessi, sulla situazione negli ospedali. Terapie incluse! Come possiamo vedere nella tabella sotto, tratta da quello del 4 Novembre, i pazienti vengono trattati con terapia antibiotica nell'86,2% dei casi, la terapia antivirale si rivela necessaria nel 54,9% e la terapia con cortisone solamente nel 26,1%. Non cè la minima traccia della percentuale che si riferisce all'utilizzo della plasmaferesi nella cura del Covid-19!
Apparentemente, in base a questi dati, il plasma non esiste come terapia. Per quale motivo l'ISS sembra omettere i dati relativi a questo tipo di cura nonostante la diffusione negli ospedali e la sua comprovata efficacia?
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